

Malloreddus, sono il formato di pasta tipico della zona del medio Campidano in Sardegna.
L'impasto è semplice e essenziale: semola di grano duro e acqua.
Semola di Grano Duro
Il nome Malloreddus, potrebbe essere un retaggio del periodo della Roma imperiale, quando la Sardegna era il Granaio di Roma e il mallus era lo gnocco in latino.
Più romanticamente, il nome potrebbe testimoniare l'eredità del mondo agropastorale sardo dove nell'immaginario popolare la conchiglia panciuta dello gnocco rievocava la pancia dei grassi vitellini, chiamati malloreddus in dialetto.
La forma dei malloreddus è oggettivamente quella di uno gnocco con le tipiche sembianze di una conchiglia, oggi la tipica rigatura è fatta sul classico rigagnocco, in passato il pezzetto di dell'impasto veniva fatto rotolare sulla parete di un cesto di vimini o su un apposito setaccio, il ciuliri.
La differenza del malloreddus dallo gnocco del resto dell'Italia nel cui impasto c'è la patata, in quello sardo c'è solo semola di grano duro e acqua.
Di sicuro questi graziosi gnocchetti panciuti lunghi circa 2 cm o poco più, rappresentano l'emblema della cucina sarda.
350 g di malloreddus
250 g di salsiccia fresca a pezzettini
450 g di pomodori pelati, prova la ricetta con il pomodoro antico di Napoli, Presidio Slow Food
1 cipolla
2 o 3 foglie di basilico
1 bustina di zafferano, prova la ricetta con il nostro Zafferano in stimmi
pecorino sardo grattugiato
olio EVO, prova la ricetta con il nostro olio EVO di coratina
Preparare un trito con aglio, cipolla e salsiccia a tocchetti e far rosolare il olio EVO per 10 minuti.
Aggiungere i pomodori, il sale, il basilico tagliato a pezzetti piccoli e far cuocere a fuoco vivace per 15 minuti, quindi abbassare la fiamma e cuocere ancora per 20 minuti.
Poco prima di spegnere aggiungere la bustina di zafferano.
Cuocere i malloreddus in abbondante acqua salata e scolarli al dente.
Condire i malloreddus con il sugo e aggiungere una generosa spolverata di pecorino grattugiato.