

"Friarielli" per i partenopei o "vruoccoli" per gli irpini, ma per tutti sono le cime di rapa, queste provengono dalle "Rape Catozze" che hanno un bulbo interrato che assomiglia molto alla barbabietola da zucchero.
Rapa Catozza, olio EVO origine italiana, aglio, peperoncino
La rapa catozza è una PAT “Prodotto agroalimentare tradizionale”, una varietà tardiva, coltivata principalmente nel napoletano e nell’agro nocerino sarnese.
Si raccoglie tra ottobre e gennaio, apprezzata per il “friariello“, l’infiorescenza che reca in cima, è più saporita, ha un gusto aromatico e amarognolo molto più marcato, della cime di rapa, di cui può essere considerata la sorella più chic.
Del friariello si prendono solo le cime, quelle più tenere ed appena un po’ di gambo, che deve essere tenerissimo, viene lavorato entro le 24 ore dalla raccolta per garantirne il gusto e la consistenza della verdura fresca. Conserva sott'olio extravergine, buona e sfiziosa, ottima per golosi panini alla piastra o come contorno ai piatti di carne
Ideali negli antipasti misti con carni rosse o bollite a crudo sulla pizza, nei calzoni
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Le cime di rapa sott'olio sono una specialità meridionale, un contorno di verdure saporito ed apprezzatissimo in tutti i contesti. Queste godono di fortissime proprietà nutrizionali, infatti contengono proteine, vitamine, ferro e vari sali minerali, ciò le rende tra le verdure più nutrienti e complete della natura.
Anche la preparazione è semplice e se fatta nel modo corretto permette di poter conservare questa pietanza anche sulla lunga distanza:
Sono ottime se affiancate a bruschette, piadine o friselline per un antipasto, oppure si sposano bene in un primo piatto con determinati tipi di pasta (gnocchi napoletani, maccheroni, ecc.) e ancora con focacce, pizze o svariati tagli di carne per accompagnare un secondo.
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Nella tradizione napoletana le cime di rapa sott'olio si chiamano “friarielli napoletani” e si differenziano dalle classiche cime di rapa perché sono più sottili e più teneri. Le storie di quartiere narrano due versioni sull’etimologia di questo nome: nella prima il nome deriverebbe dallo spagnolo “frio-gelos”, letteralmente “broccoli invernali”, nella seconda versione il nome deriva dal verbo napoletano “frijere” (friggere), a causa della preparazione in padella.